Mancano ancora circa due mesi all’inizio della stagione fredda, tuttavia, grazie alle prime proiezioni stagionali e ad alcuni indici atmosferici, possiamo già farci un’idea generale su quello che ci attende.
Ebbene, l’Inverno 2022/2023 potrebbe essere diverso rispetto alle ultime stagioni fredde. A destabilizzare e stravolgere il quadro atmosferico sul Vecchio Continente sarà verosimilmente la Niña, un fenomeno che rischia di avere conseguenze importanti sul fronte meteo anche per l’Italia già da Dicembre.
Le ultime proiezioni stagionali del Centro Europeo (ECMWF) propendono per un inizio di Inverno caratterizzato da temperature oltre le medie climatiche di riferimento di circa 1/1,5°C, in particolare sul comparto settentrionale europeo, tra Scandinavia e Russia (la culla del freddo), più in media invece sul bacino del Mediterraneo, ovvero da noi. Dunque, quanto meno a Dicembre, sembrerebbe scongiurato il rischio di ondate di gelo intenso (come accaduto negli ultimi anni): una notizia importante in vista anche dei temuti rincari sulle bollette dell’energia.
La colpa di queste anomalie termiche è della Niña, un fenomeno che consta in un raffreddamento della temperatura delle acque superficiali dell’Oceano Pacifico centrale ed orientale e che, di frequente, influenza il clima di tutto il Pianeta, con riflessi anche in Europa e in Italia. Come possiamo osservare nella mappa sottostante, l’ultimo rilevamento della temperatura superficiale delle acque dell’Oceano Pacifico (Ottobre 2022) la indicava inferiore di circa 1°C rispetto alla media e nei prossimi mesi la tendenza dovrebbe essere verso un ulteriore ribasso (-1,2°C).
E’ ipotizzabile che un ritorno della Niña possa incrementare l’ingresso di perturbazioni atlantiche le quali non troverebbero alcun ostacolo da parte di un’alta pressione che potrebbe invece rifugiarsi in maniera anomala sul Nord Africa. L’evolversi dell’Autunno, se ciò venisse confermato, sarebbe piuttosto piovoso sul comparto centro-settentrionale europeo, con effetti anche in Italia, specie sulle regioni settentrionali. Sulle nostre montagne, dunque, la neve potrebbe essere abbondante, per la gioia degli amanti degli sport invernali.
Per l’inizio del 2023 l’autorevole Centro Europeo inizia a fiutare un segnale interessante per quanto riguarda le anomalie di pressione a 500 hpa (l’altezza che si prende come riferimento per capire i movimenti delle principali figure atmosferiche): saranno sostanzialmente neutre sull’Europa Occidentale e sul Mediterraneo.
Cosa significa in concreto? Che l’alta pressione potrebbe essere meno ingombrante rispetto alle ultime stagioni invernali e che la maggiore presenza delle basse pressioni potrebbe determinare un surplus pluviometrico: insomma, pioverà e nevicherà di più,almeno stando ai dati attuali.
Attenzione. Stiamo pur sempre parlando di tendenze stagionali e come tali vanno prese con le pinze, proprio a lunghissimo raggio. Ciò non toglie che ormai da tempo il Centro Europeo ha inquadrato questa tendenza e noi la seguiremo con attenzione nelle prossime settimane.