Finalmente, dopo tanto caos, torna l’ordine costituito. Un ordine modellato sulle rigorose abitudini di un tempo. Dove ognuno sta al suo posto e rispetta la tradizione. Come fa ad esempio il Napoli che, continuando a vincere con metodica costanza, supera anche la Roma nel posticipo grazie a una prodezza di Osimhen su calibrato assist di Politano. I partenopei, soli al comando, ormai non fanno neanche più notizia. Sono come un treno ad alta velocità che viaggia su una linea riservata mentre i rivali sono obbligati a fermarsi per rifiatare nelle tappe intermedie.
Tra questi illustri inseguitori, parlando di vecchio ordine ritrovato, troviamo per esempio l’Inter, vittoriosa all’ultimo minuto per 4-3 sulla Fiorentina con un gol (di stinco) di Mkhitaryan. Ecco, qui in questo fotogramma, c’è un ritorno alla sana tradizione nerazzurra. L’Inter che per sua natura era pazza è giustamente tornata ad essere pazza. Per la gioia di chi scrive, del team di psicologi che la seguono e anche dei suoi tifosi che le vogliono bene proprio per queste sue improvvise follie che la rendono ancora più desiderabile e sfuggente.
A Firenze, dopo un quarto d’ora, l’Inter aveva già la vittoria in tasca grazie a due stoccate di Barella e Lautaro, verti artefici della risalita nerazzurra (4 vittorie e un pareggio col Barcellona nelle ultime 5 partite). Sarebbe stato un bel sabato tranquillo. E invece, per dare una botta di vita alla serata, l’Inter ha riaperto la partita con una serie di ingenuità (a partire dal rigore provocato da Dimarco), fatte apposta per ricordare che di lei, dell’Inter, non ci si può fidare. Che ti darà sempre buca ad ogni appuntamento. Ma questa volta con il carico da novanta: dopo aver favorito il 3-3 di Jovic al 90esimo, la sciagurata riesce lo stesso a portare a casa il match grazie a una rocambolesca deviazione di un incauto difensore viola.